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La gatta e il piatto

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Lanterna della notte

bugia svelata breve — nota perpetua

per ogni tuo gradino erto

e per la chiocciola scalare spezzai il fiato

 

Per l’ascensore rotto nei festivi

l’allarme fluorescente in mezzo ai piani

e il tempo di aggiustarmi a inclinazione — in quell’attesa

 

Ora riposo

per l’atrio indaffarato

e il gatto di mia madre e prima mio

che a intuito era una gatta e di nessuno

e visse più noi ma per sognarci

 

Vicine di pantofole o mercato — ci sognava

correva alla sua voce e alla mia — correva al piatto

al suono di mia nonna si svegliava

tendeva orecchie e baffi e Lei rideva

a noi mordeva il piede — ci contentava

 elyza - 18/12/2014 15:39:00 [ leggi altri commenti di elyza » ]

La gatta, ecco, la Nonna sa, e la gatta non corre comunque "al piatto" e al cibo. Ma drizza i sensori per capire il senso del richiamo.

 Cristiana Fischer - 18/12/2014 10:52:00 [ leggi altri commenti di Cristiana Fischer » ]

molte scale, salite, nelle tue poesie, un tema da sogno di angoscia, ma la gatta era il bene in comune

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